TARI è l'acronimo di
TAssa RIfiuti, è il tributo destinato a
finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti
ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree
scoperte suscettibili di produrre rifiuti. La TARI, quindi, è una tassa patrimoniale corrisposta in base
alla tariffa annua commisurata alla copertura integrale dei costi (di gestione, di investimento e di amministrazione) relativi al servizio di raccolta e
smaltimento dei rifiuti. Queste tariffe sono determinate con delibera del
Consiglio comunale sulla base dei costi individuati
e classificati nel Piano Finanziario,
redatto dal soggetto che svolge il servizio, nel caso specifico da ACAM.
Il Piano Finanziario per la TARI 2018 del Comune di Luni presenta un costo complessivo di € 1.377.880,03; tale costo deriva dalla somma dei costi sostenuti da ACAM (€ 1.215.653,31 pari all’88,23% del costo complessivo) e di quelli sostenuti dal Comune (€ 162.226,72 pari all’11,77%); questo costo previsto per il 2018 è il più basso del periodo 2014-2018: si tratta di € 116.246,49 in meno rispetto al 2014 (con una riduzione del 8,44%).
Il Piano Finanziario per la TARI 2018 del Comune di Luni presenta un costo complessivo di € 1.377.880,03; tale costo deriva dalla somma dei costi sostenuti da ACAM (€ 1.215.653,31 pari all’88,23% del costo complessivo) e di quelli sostenuti dal Comune (€ 162.226,72 pari all’11,77%); questo costo previsto per il 2018 è il più basso del periodo 2014-2018: si tratta di € 116.246,49 in meno rispetto al 2014 (con una riduzione del 8,44%).
In
proposito, occorre far presente che il Piano
Finanziario TARI
del 2014 e quello del 2015 hanno registrato consistenti aumenti (ammontavano
rispettivamente a €/milioni 1,494 e 1,610), mentre i successivi hanno registrato dei cali (€/milioni 1,526 nel 2016 e 1,378 nel 2017); la diminuzione dei costi avvenuta tra il 2017 e il 2018 è pari a solo €
516,19.
In questo peculiare andamento hanno inciso
diversi fattori: certamente la particolare gestione del servizio dei rifiuti,
ma anche alcune circostanze “esterne”; tra queste ultime vanno ricordate
sia la grave situazione finanziaria del Gruppo ACAM
(accesso nel 2013 alla procedura concorsuale di ristrutturazione del debito),
che la precaria situazione debitoria emersa proprio nel 2012-2013 nell’allora
Comune di Ortonovo.
Certamente
gli abitanti del Comune di Luni
hanno accolto con piacere la riduzione dei costi posti a base del Piano Finanziario per la TARI del
2018, ma se gli stessi analizzassero con più attenzione queste specifiche
problematiche gestionali non troverebbero molti elementi di soddisfazione; ciò
che immediatamente colpisce è la limitata
diminuzione dei costi nonostante sia avvenuto in questo stesso periodo sia un aumento sostanzioso registrato nella
raccolta differenziata, che una significativa riduzione complessiva dei rifiuti trattati.
Infatti, nel
periodo 2013-2017 la raccolta differenziata è passata dal 26% del 2013 al 79,2%
del 2017 (con un incremento di 53,2
punti in percentuale), mentre la produzione complessiva dei rifiuti (cioè la
somma dei rifiuti raccolti in modo indifferenziato con quelli raccolti in modo
differenziato) è passata da 4.209,6
ton/anno del 2013 a 2.803,2 ton/anno
del 2016 (-1.406,5 ton/anno) e a 2.730,2 ton/anno del 2017 (-1.479,4 ton/anno).
Una così accentuata riduzione delle quantità di
rifiuti prodotti nel 2018 (pari al -54,19%)
rispetto a quelli prodotti nel 2013 avrebbe dovuto comportare una altrettanto
significativa riduzione dei costi del servizio, mentre invece la riduzione
registrata nel Piano Finanziario
2018 rispetto a quello del 2014 è soltanto
del -8,44%.
L’analisi
dell’andamento del costo unitario
per quantità di rifiuti prodotti evidenzia incrementi costanti, passando da € 354,93 del 2014 a € 504,68 del 2018,
con una crescita del costo unitario di ben € 149,75 (pari ad un aumento del
29,67%).
Dunque, è
proprio il caso di dire che “l’apparenza
inganna” … A fronte di una riduzione nominale del Piano Finanziario del 2018 rispetto ai costi riportati in quelli
degli anni precedenti (-8,44% rispetto
al 2014), il costo unitario del
servizio rapportato alle quantità di rifiuti prodotti evidenzia un consistente
incremento, rendendo evidente un effettivo
fallimento
nella gestione dei rifiuti, poiché con minori
quantità di rifiuti prodotti si paga di più per costo unitario; si tratta di un vero e proprio “salasso”
che contribuisce ad un generale impoverimento dei cittadini nel contesto della grave
situazione economico e finanziaria che l’Italia ha attraversato.
L’effetto combinato dell’aumento della raccolta
differenziata e della diminuzione della quantità di rifiuti non ha prodotto a
livello generale significative diminuzioni del costo della gestione dei
rifiuti, smentendo le superficiali e
favorevoli previsioni dei vari Sindaci e Assessori competenti. Queste
anomalie costringono a porre sotto osservazione l’organizzazione del servizio di nettezza urbana anche se i pochi
dati a disposizione non permettono analisi approfondite, ma solo indicazioni “grossolane” (seppur significative).
Infatti, mentre
i costi di gestione del servizio raccolta rifiuti (differenziati e
indifferenziati) sono diminuiti rispetto al 2014 di € 222.203.42 (pari al -16,13%);
i costi generali e amministrativi sono aumentati di € 106.322,21 dimezzando così gli effetti riduttivi derivanti dai
benefici della riduzione delle quantità di rifiuti prodotti.
Una causa delle
anomalie evidenziate deriva, quindi, dall’aumento
dell’incidenza dei costi amministrativi e gestionali scaricati sia da ACAM che dal Comune sulla gestione del
servizio dei rifiuti.
Una seconda
causa deriva dal tipo di organizzazione
della raccolta: questo servizio sembrerebbe costare troppo in rapporto alle quantità in costante riduzione di
rifiuti differenziati e indifferenziati; una conferma in tal senso è data dalla
limitata riduzione dei costi del servizio nel periodo 2014-2018 pari a -16,13%.
Una terza causa
deriva dalla scarsa incidenza degli
introiti conseguiti dalla raccolta differenziata, raccolta che aumenta il
proprio costo senza produrre storni
significativi derivanti dalla “vendita” dei
materiali riciclati.
Una ulteriore conferma
ci perviene dall’analisi dell’incidenza
delle varie voci costituenti il Piano
Finanziario: a) i costi del servizio raccolta rifiuti incidevano nel 2014
per il 51,24%, mentre nel 2018 pesano per il 39,43%; b) i costi generali e
amministrativi gravavano nel 2014 per il 48,76% e ora colpiscono per il 60,59%.
Dunque, sul calo
dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti ha inciso la riduzione delle quantità di rifiuti
prodotti; sul calo dei costi gestionali del servizio di raccolta dei
rifiuti indifferenziati ha inciso la
riduzione delle quantità di rifiuti raccolti in modo indifferenziato; sull’aumento
dei costi del servizio di raccolta differenziata ha inciso l’aumento della
raccolta differenziata; ma il notevole incremento dei costi generali e amministrativi ha parzialmente vanificato i
benefici derivanti dalla riduzione dei rifiuti prodotti.
La causa delle contenute
riduzioni registrate nel periodo 2014-2018 è, quindi, da ricercare sia nella diversa incidenza che
nell’andamento inversamente proporzionale tra costi diretti di gestione del
servizio con quelli generali e amministrativi. Queste diversificate
caratteristiche gestionali spiegano perché il costo complessivo posto alla base
della TARI
ha risentito solo parzialmente dell’aumento della raccolta differenziata e
della contemporanea riduzione della quantità dei rifiuti prodotta.
Questa analisi (oggettiva
e non ideologica) evidenzia come sia necessario un maggiore approfondimento
relativo alle scelte organizzative e
gestionali compiute da ACAM,
ma le carenze di dati e di appropriate valutazioni presenti nei Piani Finanziari (previsti per legge,
ma effettivamente non forniti) non permette ulteriori valutazioni.
In proposito,
occorre ricordare come ACAM sia una partecipata dei Comuni, la quale ha
attraversato una grave situazione economico e finanziaria ed
ora è stata incorporata in IREN;
sotto questo profilo sarà importante verificare come verranno redatti i
prossimi Piani Finanziari e quali novità saranno effettivamente
introdotte.
Si
teme, però, una sostanziale continuità
dato lo scarso dibattito in merito e
la diffusa non conoscenza delle
dinamiche finanziarie, economiche e organizzative implicate nel servizio di
raccolta dei rifiuti.
Con
la TARI
vengono “scaricati” sui cittadini le
scelte organizzative compiute da ACAM
(ora IREN),
con l’avallo “politico” dei Sindaci a livello provinciale; ai costi sostenuti
da ACAM poi si aggiungono
quelli sopportati dai singoli Comuni.
La
carenza di informazione e di dibattito sull’efficienza, efficacia ed
economicità del servizio di gestione
dei rifiuti non fanno presagire sviluppi
positivi: ai cittadini si “venderanno” come grandi “vittorie” sia le piccole riduzioni
della TARI,
che gli introiti conseguiti dal Comune derivanti dagli utili di IREN … “vittorie” però pagate dagli stessi cittadini con tariffe
dei vari servizi forniti da IREN (acqua,
depurazione, luce, gas e rifiuti) molto care … mentre gli azionisti privati di IREN saranno gli unici veri "beneficiari" perché il proprio investimento risulterà "conveniente" proprio per gli utili conseguiti.
Euro
Mazzi
Questo post fa parte di un
più ampio studio sui problemi della gestione dei rifiuti e sulle sue ricadute
economiche e finanziarie.
Riferimenti alla TARI:
1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
Riferimenti alla TARI:
1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
Si riportano qui sotto i riferimenti ad alcuni dei
precedenti post che trattano problematiche simili:
- LA STANGATA TARI: le
polemiche tra cattiva gestione, incapacità gestionale e ignoranza: QUI- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
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