La
Fondazione Genova-Liguria Film
Commission (di seguito GLFC) è attiva
con questa denominazione dal 2007 a seguito legge regionale n. 10 del
3/5/2006
(dal 1998 al 2006 operava con la denominazione Genova Set Film Commission limitata alla sola città di Genova); presidente
è Enrico Da Molo (è anche direttore della Società Per Cornigliano SpA dall’ottobre
2005) e direttore Andrea Rocco.
GLFC è una struttura non-profit creata dalla Regione Liguria,
dal Comune di Genova e da altri enti liguri (Comuni di: Castelnuovo Magra,
Terzorio, Moneglia, Finale Ligure, Noli, Borgomaro, Villanova d’Albenga,
Perinaldo e Sestri Levante; Parco Nazionale delle Cinque Terre e Parco regionale
dell’Antola); ha come obiettivo il marketing
territoriale audiovisivo, l’offerta di servizi in tutte le fasi del lavoro
audiovisivo, convenzioni con alberghi e ristoranti, funge da "sportello
unico" per permessi e altre pratiche burocratiche.
Dal settembre 2009 ha sede nella settecentesca Villa Bombrini a Cornigliano (ristrutturata da ARTE al costo di € 650.000), villa situata nel quartiere del’ex complesso siderurgico Italsider e Ilva, area acquistata dalla Società per Cornigliano Spa (al costo di € 9.7 milioni da Fintecna; la Società Per Cornigliano SpA è stata costituita in data 22/2/2003 con un capitale è di € 11.975.277,00; i soci sono:Regione Liguria 45%, Città Metropolitana di Genova 22,5%, Comune di Genova 22,5%, altri soci al 10%).
GLFC gestisce direttamente
due poli produttivi: a) Il Videoporto di Genova, inaugurato nel febbraio 2010 e
situato in una palazzina che ospitava gli uffici amministrativi dell’Ilva di
Cornigliano, dove è stato effettuato un intervento di manutenzione
straordinaria con la creazione di spazi per la produzione audiovisiva (costo di
€ 850 mila, finanziati da Società per Cornigliano e realizzati da ARTE) per
offrire ai produttori audiovisivi locali, nazionali ed internazionali, una
struttura dotata di: 400 mq coperti, 2.000 mq di parcheggi, laboratori di falegnameria,
scenografia e sartoria costumi, una sala casting
con camerini, una piccola sala posa di 180 mq, 8-9 uffici produttivi, una
foresteria per le troupe ospiti, una mensa ristorante, un’ulteriore area di
1.000 mq vuota, a disposizione per i set. b) Il Polo Produzione Audiovisiva di
Cornigliano (PPAC), con circa 40 piccole aziende e professionisti del settore
che producono video musicali, programmi televisivi, documentari, spot
pubblicitari, cortometraggi, video games,
app mobile, software, grafica e giornalismo web,
fotografia, o che forniscono alle produzioni audiovisive servizi di noleggio
attrezzature, casting, location scouting,
ecc.; ha un fatturato stimato in circa 2,3 milioni di Euro.
GLFC si dedica anche
alla formazione in collaborazione con CLP (ente formativo della Camera di
Commercio): formazione di giovani produttori europei (Maia Workshop); workshop
su creazione di start-up; l'impiego professionale dei droni per il cinema, la
tv e il web; formazione per fiction o Soap Opera con Daniele Carnacina; l'officina dei sogni per imparare a condurre una campagna di Crowdfunding; incontri con location manager, ecc.). GLFC cura festivals & markets pocket guide; “Casa tua potrebbe diventare un set cinematografico”; Sarabando, bando per la concessione di
micro-contributi (da € 300 a € 3.000) a sostegno delle produzioni audiovisive (sono
state presentate 44 domande e saranno finanziati almeno 10 progetti),
GLFC ha collaborato
per la realizzazione di 75 produzioni dal 2008 al 2011, mentre tra il 2011 e il
primo semestre 2013 sono state assistite (quasi esclusivamente con l’erogazione
di servizi) 328 produzioni, in particolare spot pubblicitari (ben 46 tra spot e servizi fotografici), con un indotto
economico calcolato intorno ai 300-350 mila euro.
GLFC si occupa di
audiovisivi e di formazione, ma se si guarda il suo sito (www.glfc.it) si rimane
colpiti da una navigabilità, un’ergonomia e un appeal grafico molto limitati, ma soprattutto dalla grave mancanza
della documentazione prevista dalla legge per l’amministrazione trasparente. Con
i pochi dati a disposizione non si comprende la reale capacità organizzativa,
economica e finanziaria di GLFC, per
cui ci avvaliamo di uno studio della
Fondazione Rosselli di fine 2013. che rileva quanto segue: “Il budget di GLFC è stato consuntivato nel
2012 in 530.000 Euro, di cui il 35% proveniente dalla Regione, il 20% da Fondi
Comunitari, il 6% dal Comune e il 39% da attività di impresa/commesse proprie.
I contributi diretti provenienti dai soci ammontano quindi a circa €
230.000-240.000, mentre il resto dell’attività è finanziato da altre fonti
(attività a pagamento, formazione, progetti europei, altre commesse). Il
preventivo per il 2013 è di 560.000 Euro, con gli stessi contributi diretti dai
soci rispetto all’anno precedente. Un rilevante 40% del budget 2012 è stato
impiegato per il personale, il 34% per spese di commesse/commerciali, il 15%
per spese generali/amministrative, il
5% per costi tecnologici e solo il residuo 3% è stato erogato a titolo di facilities (accoglienza e assistenza) alle produzioni audiovisive. Il budget a disposizione viene ritenuto insufficiente – in tutte le voci di budget – dalla maggior parte degli stakeholders interpellati (...) L'attività della GLFC è caratterizzata da: costi fissi bassi (3 dipendenti di cui 2 ruoli di amministrazione e 1 location manager, 2 unità anno cocopro e 1 consulente); un ricorso a risorse non pubbliche per il 35% e ha un contributo pubblico di gestione delle attività di Euro 230.000 (190.000 dalla Regione Liguria)”.
5% per costi tecnologici e solo il residuo 3% è stato erogato a titolo di facilities (accoglienza e assistenza) alle produzioni audiovisive. Il budget a disposizione viene ritenuto insufficiente – in tutte le voci di budget – dalla maggior parte degli stakeholders interpellati (...) L'attività della GLFC è caratterizzata da: costi fissi bassi (3 dipendenti di cui 2 ruoli di amministrazione e 1 location manager, 2 unità anno cocopro e 1 consulente); un ricorso a risorse non pubbliche per il 35% e ha un contributo pubblico di gestione delle attività di Euro 230.000 (190.000 dalla Regione Liguria)”.
La
Regione Liguria ha sostenuto un impegno finanziario iniziale per il 2006 di
circa € 900.000,00, somme poi successivamente ridotte anche a causa dei tagli
alle attività culturali e poi per la Spending
review. Infatti, nel
2011 il budget complessivo di gestione/attività era di € 240.000 nel 2012 di € 230.000 dei quali € 190.000 annui di contributo regionale.
Inoltre, ogni
ente socio paga una quota associativa annuale di circa € 1.000.
Da
questa sintetica rappresentazione dell’attività svolta da GLFC emergono alcune problematicità:
a)
GLFC (come gran parte
delle partecipate pubbliche) nasce e si sviluppa grazie ai finanziamenti
pubblici (Regione, Comuni, fondi europei) e risente delle problematiche di
costante riduzione degli stessi, nonché delle conseguenze derivanti da una
gestione burocratica degli stessi;
b)
GLFC svolge
un’attività apparentemente culturale, ma in realtà si tratta di attività tipicamente
produttive legate all’audiovisivo, che in altri Paesi è affidato all’iniziativa
privata. In effetti, il fenomeno delle Film
Commission è iniziato negli Stati Uniti, negli anni Quaranta e si è diffuso
in Canada e Inghilterra, ma si è sempre trattato di istituzioni private che
svolgevano attività profit. In altri
Paesi europei dopo la metà degli anni Ottanta il loro lavoro è consistito
essenzialmente nel supportare l'industria cinematografica, fornendo a pagamento,
disponibilità di locations per la
realizzazione dei film. Molto raramente queste realtà hanno svolto anche
compiti di promozione del territorio. In Germania queste imprese si integrano
con fondi di investimento che intervengono in equity, contribuendo finanziariamente al budget di un film. Le Film
Commission in Italia nascono, invece, a partire dalla seconda metà degli
anni Novanta, con strutture giuridiche molto diverse e con finalità spesso
molto diversificate; attualmente sono 19 quelle aderenti all'associazione Film Commission Italiane. Le Film Commission italiane sono organismi
che hanno a che fare molto indirettamente con la cultura mentre il loro campo
d'azione è meglio riconducibile alle attività produttive che per loro natura
dovrebbero essere a conduzione privatistica e a pagamento, ma che invece sono
pubbliche con la “scusa” della promozione turistica e dell’immagine
territoriale
c)
Un’altra “scusa” utilizzata per giustificare gli
investimenti e gli interventi pubblici è il calcolo della ricaduta sul
territorio costituisce, ma questo è uno dei dati più volatili e meno
scientificamente fondati, per cui si assistono a dati roboanti, ma non
dimostrati e di cui le varie Film Commission nei loro resoconti
generali e nel proprio materiale promozionale fanno ampio uso. La ricaduta sul
territorio è, infatti, il metodo principale di giudizio per verificare
l'effettiva validità del lavoro di ogni Film
Commission. Se la ricaduta di immagine può essere verificata attraverso
metodi tradizionali (presenza della Film
Commission stessa in ritagli stampa, servizi televisivi, visibilità del
territorio in film o fiction
televisive...), la ricaduta economica è più difficile da quantificare, anche
perché spesso è difficile essere in possesso dei dati che solo le produzioni
possono fornire: assunzioni sul territorio, spesa effettuata, tipologia della
spesa stessa.
d)
Esiste, poi, un problema di “egemonia” culturale e
di ruolo socio-politico del cinema e degli intellettuali in generale. GLFC nasce sotto la prima giunta
Burlando e si sviluppa successivamente con contributi pubblici, diminuiti solo
a seguito della Spending review. Si
riporta solo un esempio per la sua chiara evidenza: in data 8/5/2014 è stata
organizzata alla Spezia alla presenza del presidente della Regione Liguria
Claudio Burlando, insieme con gli assessori Renzo Guccinelli, Raffaella Paita,
Enrico Vesco la presentazione del film “Quando
c’era Berlinguer” con il regista Walter Veltroni (ex segretario del PD) il
quale presentava anche l'omonimo libro. Con la nuova Giunta Toti il cambio di
indirizzo è evidente. Per esempio, Ilaria Cavo, nuovo assessore alla Cultura ha
recentemente affermato che “Basta con i
finanziamenti a pioggia di tanti piccoli progetti che servono per accontentare
singole comunità e piccoli centri. Basta
con la Liguria usata come Bancomat della cultura”.
e)
Il problema vero è quale intervento pubblico deve
esserci in questo settore, e più in generale nella cultura e promozione
turistica, nel contesto di una generale riduzione di disponibilità finanziarie
degli enti pubblici. Per esempio, la possibilità di incentivi a fondo perduto
dovrebbe essere eliminata, mentre potrebbero crescere la fornitura di servizi e
l'attività di facilitazioni. Nel breve termine si dovrebbe ragionare circa la
possibilità di anticipare, invece che contributi in denaro, le attrezzature. Un
piano di valorizzazione del territorio in cui, ai progetti vincitori, viene
garantito l’utilizzo delle attrezzature di livello professionale.
f)
Le Film
Commission dovrebbero essere privatizzate per la parte prettamente
produttiva, che necessita di investimenti adeguati e di una complessa
ingegneria finanziaria che sottende oggi la realizzazione di qualsiasi prodotto
audiovisivo. In Liguria manca di un vero “sistema audiovisivo” integrato e di
una filiera completa, mancano case di produzione di lungometraggi, manca la
postproduzione, e il mercato locale è caratterizzato da soggetti di dimensioni
molto piccole.
g)
Dovrebbe rimanere pubblica la fornitura di specifici
servizi, l'attività di facilitazioni e di garanzia della credibilità del
prodotto presso possibili investitori privati. Inoltre. occorre superare l’attuale frammentazione dei ruoli
auspicando il raggruppamento in una sola fondazione delle competenze esercitate
attualmente da vari Enti a livello Regionale, Provinciale e Comunale (es. la
Fondazione Cultura e lo Spettacolo, Genova Liguria Film Commission e Fondazione
Genova Palazzo Ducale, ecc.) e dovrebbe esserci un coordinamento tra le varie iniziative
(piccoli festival, archivi audiovisivi, ecc.), anche perché la riduzione dei
finanziamenti è inevitabile dato il già alto livello di tassazione e di spesa
pubblica (per esempio per i grandi eventi la spesa era tra i 700 e 600 mila
all'anno e ora ne sono rimasti circa 250 mila).
Nel frattempo
deve essere ripristinata la piena trasparenza di questi Enti e i siti devono
essere completi di tutta la documentazione inerente la gestione, i bilanci, le
nomine, le attività ecc. poiché i cittadini devono, comunque, avere
consapevolezza di come sono spese le risorse pubbliche e devono avervi
pienamente accesso … senza dimenticare che
è un obbligo di legge, la cui violazione può essere sanzionata.
Euro Mazzi
mi sembra ci siano cose di difficile comprensione nelle tue tesi:le film commissione dovrebbero essere privatizzate, ossia ? cosa vuol dire economicamente? Che si privatizza la possibilita di produrre film ? Lo è gia . se uno vuol produrre un film lo fa .Con che soldi? i suoi (privato) o pubblici ? se sono pubblici torniamo a capo , uno fa l imprenditore privato coi soldi dello stato , bell affare.. offrire attrezzature professionali?a livello di attrezzatura non è mai stato cosi economico produrre lungometraggi come ora . con pochissime migliaia di euro puoi comprare macchine da ripresa o altro fantastiche . il problema magari è del personale , gli aiuti "umani" (addetti luci , microfoni , attori , mezzi di trasporto, aiuti di qua e di la ) basta vedere i titoli di coda di un film x capire .ma il problema + grosso è venderlo il materiale audiovisivo e puoi avere tutti i festival spezzini o genovesi che vuoi che rimane un problema.ma li si parla di altre cose .saluti
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